venerdì 27 luglio 2012

A Ruota Libera, Epilogo

Il viaggio di “A ruota libera” è terminato. Viene spontaneo tirare le somme, capire quello che ci è rimasto dentro e cosa pensiamo di aver lasciato sul nostro cammino … pardon, sulle nostre ruote.
Nel diario, tenuto in modo rocambolesco, si è cercato di dare l’informazione essenziale circa le località toccate, le performance degli atleti, le personalità incontrate e le tematiche trattate. E’ chiaro però che determinate emozioni, sia negative che positive, derivate dal vissuto, quasi in simbiosi, percorrendo le strade italiane, appartiene ed apparterrà solo a noi. Sì, sarebbe possibile descrivere, fra il serio e il faceto, certi aneddoti al limite del “comune senso del pudore”, ma non servirebbe a trasmettere l’intera portata dell’esperienza, anzi, la sminuerebbe.
Ben pochi di noi, oggi, possono dire di essere quelli di prima. Queste esperienze, dure, forti, ti segnano, ti cambiano la vita.
E non si tratta della fatica fisica o del caldo eccessivo, ma dell’affrontare i propri tic, i propri tabù, gli stereotipi di quel falso perbenismo che ci portiamo dietro, per poterci aprire ai tic ed alle paturnie degli altri, ai loro problemi. E questi “altri” non eravamo solo noi, ma tutti coloro che ci hanno accolto parlandoci delle loro realtà e delle loro difficoltà, che sono e restano davvero GRANDI.
I nostri atleti hanno potuto avvicinarsi a realtà lontane da loro anni luce e ciò li ha sicuramente fatti crescere e, allo stesso tempo, stare con loro, prenderci cura di loro, ci ha insegnato tanto. E, tutti insieme, abbiamo capito che bisogna smettere di coltivare il nostro orticello, bensì dare una mano al nostro prossimo per coltivare anche il suo, che la trasparenza paga, che dirsi cose anche spiacevoli guardandosi negli occhi, può portare poi ad un abbraccio e ci può quindi consentire di occuparci insieme dei problemi altrui. Ma la lezione più grande che possiamo trarre da quella che ho chiamato “folle avventura”, è che per arrivare a questo bisogna provarci, mettersi in gioco, soffrire, contribuire con le proprie competenze e capacità e spero tanto che “A ruota libera” abbia trasmesso questo messaggio e che tutti noi insieme si sia riusciti a contaminare il maggior numero di persone fra quelle incontrate.
Sarebbe bello !!!
Matilde Comensoli

1 commento: