Giornata molto dura. La palestra, pur essendo molto bella si è rilevata estremamente calda. Non avendo quindi la possibilità di riposare all’interno, qualcuno si è sistemato con una brandina nello spazio antistante, sotto gli alberi, e altri nello spazio posteriore accanto ad una piscina che si credeva annessa al centro. Eravamo convinti che la nostra “impresa” fosse stata sufficientemente pubblicizzata, per cui ci siamo addormentati, per la verità molto tardi, col sonno dei giusti. A causa di una carenza di comunicazione, allo scoccare della mezzanotte, è suonato un allarme, che dopo poco si è ripetuto. Svegliati tutti di soprassalto, siamo comunque riusciti a riaddormentarci dopo un po’ di tempo per essere risvegliati brutalmente dopo più di un’ora da alcuni vigilantes poco educati: pile puntate negli occhi ed interrogatori all’americana. Dopo un certo lasso di tempo sono arrivati pure i carabinieri … Il tutto è terminato alle 4 e ½ del mattino. Anche se si può parlare di un episodio tutto sommato divertente, non ha certo influito positivamente sul buon esito della giornata successiva!
Le tappe si sono svolte in un clima, oltre che pesante per l’afa, anche molto teso. Il pranzo consumato sotto le verande dei camper sembrava aver rasserenato gli animi, ma, giunta la sera, il metaforico tappo della bottiglia, troppo sbattuta, è improvvisamente saltato. Sembrava addirittura che l’avventura fosse destinata a finire lì, appena cominciata.
Stanchezza eccessiva? Caldo eccessivo? Troppa tensione? Mancanza di riposo adeguato?
Tutto questo sì, sicuramente, ma non solo.
L’enormità del lavoro che precede un evento del genere è veramente impressionante, soprattutto per gli organizzatori, così come è oneroso il carico di tensione ed ansia che lo precede.
Ma ciò non rappresenta la parte più difficile.
Il difficile viene con la quotidianità della convivenza fra persone accomunate, sì, da un ideale e da un obiettivo, ma diversissime tra loro per età, abitudini, mentalità e quant’altro.
E’ risaputo che la stretta convivenza fra due persone, mettendo a nudo le piccole pecche e meschinità proprie di ogni individuo, ne altera seriamente il rapporto; Figuriamoci tra 25 soggetti !!
E così, in un momento di particolare stress, basta un’inezia per provocare la guerra civile.
Tutto questo però è necessario, anzi, indispensabile; Se davvero si vuole andare fino in fondo la catarsi è necessaria.
L’esplosione dei contrasti ci costringe non solo a guardare il nostro prossimo (e in queste occasioni è davvero molto PROSSIMO…) ma a guardare dentro noi stessi con onestà e sincerità, valutando la portata delle nostre parole e delle nostre azioni.
Dopo una tempesta il sole appare più caldo, l’aria più limpida e la natura più rigogliosa. Dopo un chiarimento collettivo, anche duro, i rapporti ne escono più autentici, si è più solidali e disponibili e si condivide appieno lo spirito di gruppo.
Adesso SAPPIAMO che arriveremo a Palermo, al di là di qualsiasi problema e quando la missione sarà terminata torneremo a casa oltre che con la soddisfazione di aver portato a termine qualcosa di bello e di grande, con un prezioso bagaglio di esperienze personali e di rapporti umani, ed avremo costruito un granitico sodalizio.
9 luglio
Trascorsa la notte disseminati sulle brande in un cortile (speriamo tutti che sia stata questa la peggiore di tutto il viaggio) si parte per la destinazione finale di Abbadia S.Salvatore. Sì, oggi davvero il sole è più caldo (anzi forse lo è fin troppo!) ma gli animi appaiono ben disposti.
Veniamo ora alla parte essenziale del nostro viaggio, quella sportiva.
Ecco il resoconto della 4^ tappa fatto da Mauro. Scandicci Abbadia San Salvatore 153 km.
Da Scandicci, attraversando parte della periferia di Firenze ,Mauro copre la distanza di 28 km. Il testimone passa a Giordano che, tra i falsopiani che portano verso Siena, percorre 25 km. E' la volta di Mario che affronta la salita più impegnativa (con tratti fino al 15% di pendenza!!!) raggiungendo Siena e dando il via a Mirko che, sempre scortato dai ciclisti locali, arriva alle porte di Monteroni D'Arbia.
Abbondante pranzo a Monteroni d’Arbia con il Sindaco Iacopo Armanini nell’Agriturismo Suvignano, un casale del 1936, bene confiscato alla mafia nel ‘94. Solo nel 2007 è stata fatta la prima assegnazione di tutela giudiziaria.
Tappa pomeridiana: Mauro e Giordano , appesantiti dal pranzo sostanzioso ma soprattutto inebriati dal vino di "Libera Terra" "Placido Rizzotto”, riprendono il testimone e sotto il sole cocente (fino a 40° C) si avviano in direzione di Abbadia San Salvatore. Percorsi 33 km attraverso le colline del Brunello di Montalcino arrivano a raggiungere i 70 km orari!!! Infine Mario e Mirko completano la tappa affrontando l'ultimo tratto quasi tutto in salita, con pendenze dell’8/9%. All'arrivo una buona parte della gente del paese ci ha riservato un'accoglienza calorosa e ci ha fatto dimenticare le fatiche della giornata.
Un
sentito grazie al Sindaco Lorenzo Avanzati e della popolazione, che, anche se
decimata a causa della concomitanza del funerale di un giovane del posto, è
stata estremamente solidale e partecipe. Ricca cena offerta presso una
struttura alberghiera molto ben gestita da un prete 87enne, Don Francesco, dove
ci accingiamo a passare anche la notte.
Veramente una bellissima giornata, conclusa nel migliore dei modi. Arrivederci alla tappa successiva: Abbadia San Salvatore-Formello 160 Km.
L’addetto stampa
Matilde Comensoli
dai che si va te dur
RispondiEliminaMAI PORA MAI PORA SANDRO