Venerdì 20 luglio: Percorso della memoria a Capaci, Villagrazia di Carini e Cinisi.
Prima, accompagnati da Vincenzo e Augusta Agostino, ci rechiamo al piccolo monumento in memoria di Ida e Nino, luogo dell’agguato, dove deponiamo dei fiori. Augusta ci racconta ogni attimo di quella terribile giornata e le immagini che ci colpiscono maggiormente sono quella di Ida che, nel vedere il marito crivellato di colpi, anziché stare a terra dove l’aveva gettata Nino, si alza ed urla “Vi conosco, so chi siete!” e pone così fine alla sua giovane vita ed a quella della creatura che porta dentro; l’altra è quella del sangue di Nino che, nonostante si cerchi di raccoglierlo, sfugge alle ramazze e, lentamente, in tanti rivoletti si dirige verso il mare e vi si confonde, quel mare che Nino amava tanto.
Ci rechiamo poi a Capaci dove i ragazzi di Addio Pizzo ci descrivono la loro esperienza e dove papà Vincenzo ci commuove di nuovo raccontandoci l’angoscia di un altro padre, che ad ogni anniversario della strage si aggira tra quegli ulivi cercando un punto dove lasciare un mazzolino di fiori al proprio figlio, ma non sa dove deporlo. Si tratta del padre di Emanuele Piazza, l’altra giubba blu che, insieme a Nino, sventava l’attentato dell’Addaura a Falcone. Il padre non sa dove deporlo perché, come ha raccontato un pentito, il suo corpo è stato sciolto nell’acido e “versato” su quel terreno.
Ed eccoci all’ultimo atto: a Cinisi percorriamo tutti insieme i mitici 100 passi che vanno dalla casa di Peppino Impastato a quella del boss Badalamenti che ne ordinò l’omicidio.
E qui si conclude ufficialmente la nostra missione. Siamo tremendamente stanchi ma sollevati e felici.
Non posso terminare questo diario di bordo senza parlare delle mie compagne di viaggio. Sono fermamente convinta che non ci sarebbe stato un esito positivo senza di loro, senza la loro abnegazione, disponibilità, allegria e senso pratico (per non dire buonsenso). Donne, giovani e meno giovani, che hanno fatto di tutto: cucinato, lavato panni, montato e smontato campi di sosta, guidato con perizia e prudenza furgoni e camper. Ma soprattutto hanno saputo ESSERCI sempre per tutti e sempre con gioia.
Eccole qua, da sinistra in alto: Orsolina, Pierina, Camilla, Carla, Lilli, la sottoscritta, e Antonella.
Quando siamo partiti eravamo tutti naturalmente preoccupati per le incognite che ci si sarebbero presentate. Io personalmente dissi: “speriamo che i pro siano più dei contro”.
Adesso si può dire: “Si, eccome!” grazie a voi: Mirco, Alessandro, Giordano, Mauro, Mario ed Emanuele, siete stati splendidi, e grazie a TUTTI (e nessuno si deve sentire escluso) i compagni che hanno ideato e/o condiviso questa “folle” impresa.
L’addetto stampa
Matilde Comensoli
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