venerdì 27 luglio 2012

A Ruota Libera, Epilogo

Il viaggio di “A ruota libera” è terminato. Viene spontaneo tirare le somme, capire quello che ci è rimasto dentro e cosa pensiamo di aver lasciato sul nostro cammino … pardon, sulle nostre ruote.
Nel diario, tenuto in modo rocambolesco, si è cercato di dare l’informazione essenziale circa le località toccate, le performance degli atleti, le personalità incontrate e le tematiche trattate. E’ chiaro però che determinate emozioni, sia negative che positive, derivate dal vissuto, quasi in simbiosi, percorrendo le strade italiane, appartiene ed apparterrà solo a noi. Sì, sarebbe possibile descrivere, fra il serio e il faceto, certi aneddoti al limite del “comune senso del pudore”, ma non servirebbe a trasmettere l’intera portata dell’esperienza, anzi, la sminuerebbe.
Ben pochi di noi, oggi, possono dire di essere quelli di prima. Queste esperienze, dure, forti, ti segnano, ti cambiano la vita.
E non si tratta della fatica fisica o del caldo eccessivo, ma dell’affrontare i propri tic, i propri tabù, gli stereotipi di quel falso perbenismo che ci portiamo dietro, per poterci aprire ai tic ed alle paturnie degli altri, ai loro problemi. E questi “altri” non eravamo solo noi, ma tutti coloro che ci hanno accolto parlandoci delle loro realtà e delle loro difficoltà, che sono e restano davvero GRANDI.
I nostri atleti hanno potuto avvicinarsi a realtà lontane da loro anni luce e ciò li ha sicuramente fatti crescere e, allo stesso tempo, stare con loro, prenderci cura di loro, ci ha insegnato tanto. E, tutti insieme, abbiamo capito che bisogna smettere di coltivare il nostro orticello, bensì dare una mano al nostro prossimo per coltivare anche il suo, che la trasparenza paga, che dirsi cose anche spiacevoli guardandosi negli occhi, può portare poi ad un abbraccio e ci può quindi consentire di occuparci insieme dei problemi altrui. Ma la lezione più grande che possiamo trarre da quella che ho chiamato “folle avventura”, è che per arrivare a questo bisogna provarci, mettersi in gioco, soffrire, contribuire con le proprie competenze e capacità e spero tanto che “A ruota libera” abbia trasmesso questo messaggio e che tutti noi insieme si sia riusciti a contaminare il maggior numero di persone fra quelle incontrate.
Sarebbe bello !!!
Matilde Comensoli

sabato 21 luglio 2012

Capaci, Villagrazia di Carini e Cinisi

Venerdì 20 luglio: Percorso della memoria a Capaci, Villagrazia di Carini e Cinisi.
Prima, accompagnati da Vincenzo e Augusta Agostino, ci rechiamo al piccolo monumento in memoria di Ida e Nino, luogo dell’agguato, dove deponiamo dei fiori. Augusta ci racconta ogni attimo di quella terribile giornata e le immagini che ci colpiscono maggiormente sono quella di Ida che, nel vedere il marito crivellato di colpi, anziché stare a terra dove l’aveva gettata Nino, si alza ed urla “Vi conosco, so chi siete!” e pone così fine alla sua giovane vita ed a quella della creatura che porta dentro; l’altra è quella del sangue di Nino che, nonostante si cerchi di raccoglierlo, sfugge alle ramazze e, lentamente, in tanti rivoletti si dirige verso il mare e vi si confonde, quel mare che Nino amava tanto.
Ci rechiamo poi a Capaci dove i ragazzi di Addio Pizzo ci descrivono la loro esperienza e dove papà Vincenzo ci commuove di nuovo raccontandoci l’angoscia di un altro padre, che ad ogni anniversario della strage si aggira tra quegli ulivi cercando un punto dove lasciare un mazzolino di fiori al proprio figlio, ma non sa dove deporlo. Si tratta del padre di Emanuele Piazza, l’altra giubba blu che, insieme a Nino, sventava l’attentato dell’Addaura a Falcone. Il padre non sa dove deporlo perché, come ha raccontato un pentito, il suo corpo è stato sciolto nell’acido e “versato” su quel terreno.
Ed eccoci all’ultimo atto: a Cinisi percorriamo tutti insieme i mitici 100 passi che vanno dalla casa di Peppino Impastato a quella del boss Badalamenti che ne ordinò l’omicidio.
E qui si conclude ufficialmente la nostra missione. Siamo tremendamente stanchi ma sollevati e felici.
Non posso terminare questo diario di bordo senza parlare delle mie compagne di viaggio. Sono fermamente convinta che non ci sarebbe stato un esito positivo senza di loro, senza la loro abnegazione, disponibilità, allegria e senso pratico (per non dire buonsenso). Donne, giovani e meno giovani, che hanno fatto di tutto: cucinato, lavato panni, montato e smontato campi di sosta, guidato con perizia e prudenza furgoni e camper. Ma soprattutto hanno saputo ESSERCI sempre per tutti e sempre con gioia.
Eccole qua, da sinistra in alto: Orsolina, Pierina, Camilla, Carla, Lilli, la sottoscritta, e Antonella.
Noi donne, dal canto nostro, non possiamo non ringraziare i nostri “stagionati tuttofare” che hanno saputo trarci dai guai in ogni situazione: Mino, il pazzo prezioso Mino, Valerio, pacato e altrettanto prezioso e Franco, che si è affezionato ricambiato, ai nostri ragazzi in modo incredibile. (Ma chi non ci si è affezionato?!).
Quando siamo partiti eravamo tutti naturalmente preoccupati per le incognite che ci si sarebbero presentate. Io personalmente dissi: “speriamo che i pro siano più dei contro”.
Adesso si può dire: “Si, eccome!” grazie a voi: Mirco, Alessandro, Giordano, Mauro, Mario ed Emanuele, siete stati splendidi, e grazie a TUTTI (e nessuno si deve sentire escluso) i compagni che hanno ideato e/o condiviso questa “folle” impresa.
                                                                                                                  L’addetto stampa

                                                                                                                    Matilde Comensoli

venerdì 20 luglio 2012

PALERMO!

PALERMO !
Obbiettivo raggiunto! Alle ore 10.05 noi di "A Ruota Libera" arriviamo in via D'Amelio a Palermo. L'accoglienza ai nostri atleti è molto composta e nel contempo calorosa. Per qualche atleta è stato difficile gestire le emozioni che mutano continuamente, dalla commozione alla gioia. Commozione per il fatto di trovarsi proprio li, luogo della strage dove, oltre a Paolo Borsellino, morirono gli agenti di scorta Agostino Catalano (caposcorta), Emanuela Loi (prima donna a far parte di una scorta e a cadere in servizio), Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, e Claudio Traina. E la nostra staffetta vuole proprio ricordare tutte le vittime di mafia, non solo quelle “eccellenti”. Ci ritroviamo con i nostri amici: Don Ciotti, Rita Borsellino, i coniugi D’Agostino e tanti tanti altri che non è possibile elencare.
Gioia invece per essere riusciti a compiere l'impresa di raggiungere Palermo, superando tutte le inevitabili difficoltà di un così lungo viaggio.
Ore 16.58, il minuto di silenzio pervade via D'Amelio...
I politici intervenuti lo fanno a titolo personale, rispettando il desiderio di Salvatore Borsellino, fratello di Paolo. Vediamo il Sindaco di Palermo, Orlando, Di Pietro e Fini che porta il messaggio del Presidente della Repubblica e tanti altri, la cui presenza è più o meno gradita.
Sul palco si susseguono gli interventi dei magistrati dell’antimafia palermitana e fra tutti spicca quello del giudice Antonio Ingroia.
La presenza più significativa, quella che ti scalda il cuore e che ti fa sperare che ci sia un futuro migliore, è comunque quella dei tanti ragazzi e bambini che assediano Rita e Antonio ponendo mille domande con gli occhi accesi dalla curiosità e dall’entusiasmo.
Si, come dice continuamente il nostro Mauro, ne valeva la pena.
La fiaccolata serale costituisce un altro momento commovente.
Avremmo dovuto passare la notte presso la Base Scout di Fondo Micciulla, terreno confiscato alla mafia, ma la devastazione ed il saccheggio perpetrato ai danni della struttura, nella notte precedente lo hanno reso impossibile.

                                                         L’addetto stampa
                                                          Matilde Comensoli





giovedì 19 luglio 2012

13^ tappa : POLLINA-ASPRA

Partenza da Pollina e percorso effettuato per tutti gli 80 km da tutti gli atleti: Emanuele con Beppe, Giordano, Mario, Mauro e Mirco. Gli atleti vengono accompagnati per tutto il tragitto dal gruppo ciclistico "Nonsolosterrato", ed è davvero divertente la sana competizione  che si scatena. Loro, normodotati in mountain bike, fanno fatica a tenere il passo degli atleti in hand bike e rallegrano il tragitto con espressioni tipiche siciliane.
Durante la tappa ci fermiamo presso la residenza di mare di Rita Borsellino, dove il gruppo di Libera ha potuto riabbracciare un’amica, mentre gli atleti avuto il piacere di conoscere una persona speciale. Rita ci ha intrattenuto con la consueta affabilità e simpatia, lasciando, con le sue parole, un segno indelebile in tutti coloro che non la conoscevano.
Ore 13.30 gli atleti si rimettono in strada destinazione ristorante. Il pranzo, abbondante è squisito, ridà le energie per proseguire e completare gli ultimi 20 km di tappa. Durante l'ultima sosta prima di Aspra, si è aggregato Alessandro, ritiratosi per problemi fisici dalla tappa di Scandicci. L'arrivo ad Aspra è stato memorabile, una folla di gente accompagnata dai tamburi rullanti accoglie  gli atleti in maniera trionfale e cinge addirittura loro il capo con il serto d’alloro. In testa, a dirigere il tutto, chi se non il nostro amico Michelangelo con l'associazione Comunità Marinara di Aspra?
Ci dedica poi una serata musicale, dove intervengono Salvo Randazzo, tenore, la cantante televisiva Maria Corso, Paolo Zarcone cantastorie siciliano accompagnato da Francesco M. Martorana alla chitarra e dal nostro anfitrione Michelangelo Balistreri.

L'addetto stampa
Matilde Comensoli






Dodicesima Tappa: MILAZZO - FINALE DI POLLINA

Oggi gli atleti percorrono 35 chilometri a testa, nell'ordine seguente: Mirco, Giordano, Mauro e Mario. Emanuele e la sua guida Beppe, accompagnati da Luciano, scortano gli atleti lungo tutto il percorso.
La prima sosta della giornata si effettua a Capo D’Orlando, presso l’hotel “La tartaruga”. Ad accoglierci troviamo, oltre agli amici di Libera che ci hanno preceduto, l’Associazione Acio, nelle persone del presidente attuale, Mammana Vincenzo, e del precedente (per 15 anni), Domiano Rosario. E’ Rosario che ci racconta come è nata Acio, la prima Associazione anti racket al mondo. La Tartaruga è stato il primo esercizio a rifiutare di pagare il pizzo ed è stato scortato per ben 11 anni 24h/24. Altri esercenti si sono uniti al rifiuto ed hanno iniziato ad incontrarsi clandestinamente nella sacrestia di Don Totino Licata. A queste riunioni segrete si sono in seguito aggiunti i Carabinieri, la Guardia di Finanza ed il Questore. Quando i tutori dell’ordine hanno assicurato il loro appoggio (va anche detto che allora il clima politico era favorevole) l’associazione è uscita allo scoperto. Acio è nata ufficialmente (atto costitutivo) nel dicembre del 1990 con il primo Presidente Tano Grasso. Da allora sono nate altre 70 associazioni antiracket in tutta Italia, come Addio Pizzo e Libera Futuro, riunite sotto il simbolo della FAI (Federazione Antiracket Italiana). La FAI è nata nel 1994 insieme a Libera di Don Ciotti.
Dopo il calore di Capo d’Orlando gli atleti si riuniscono e percorrono l'ultimo tratto insieme per poi venire accolti, con altrettanto calore, fra canti e danze nella piazzetta di Finale di Pollina. In serata viene organizzata una tavola rotonda, nella quale le autorità ed i rappresentanti delle varie organizzazioni di volontariato, che operano con i disabili motori e cognitivi del paese, si confrontano su tematiche attuali quali i centri di occupazione diurna dei disabili cognitivi, le famiglie dei disabili, ecc. Più tardi, dopo un incontro con varie associazioni sportive, ci viene offerto un catering dall’amministrazione comunale ed il Sindaco (donna) di Pollina, ci onora con la sua presenza. A lei e a tutta la sua amministrazione va la nostra stima per ciò che è riuscita a realizzare tra le mille difficoltà di questa realtà ed un ringraziamento particolare, oltre che per l’ospitalità, anche per averci capito e sopportato in un momento non proprio felice del nostro percorso, un momento nel quale hanno preso il sopravvento la fatica fisica e mentale e tutto lo stress accumulato nelle lunghe tappe precedenti. E poi, a noi, un sindaco che si alza da tavola e SPARECCHIA piace tantissimo!! Grazie Magda!
Domani i kilometri da percorrere saranno solo 80, perciò gli atleti hanno deciso di percorrerli tutti insieme, fino a via D’Amelio.
                                                                                                    L’addetto stampa
                                                                                                 Matilde Comensoli


 una nostra compagna di viaggio















martedì 17 luglio 2012

Undicesima Tappa: VIBO VALENTIA - MILAZZO

Ovvero dalla Calabria alla Sicilia.
Gli atleti partono alle 8.30, rimessi a nuovo dal massaggiatore Gennaro Isabella, che pur avendo un cognome “femmineo”… ha dei muscoli decisamente notevoli! Dopo che i ciclisti locali hanno raggiunto il luogo di partenza, Mauro inizia a percorrere la sua parte di tappa scendendo in picchiata da Vibo Valentia, raggiungendo i 64 km orari.
Nei pressi di Gioia Tauro, Mario si rende disponibile ancora una volta a portare il fardello più pesante: percorrere l'ennesima salita con un dislivello di circa 600 mt in 15 km. Il terzo cambio viene effettuato in discesa a Bagnara Calabra, e Giordano accompagnato da Mario, procedono in direzione di Villa San Giovanni, punto di appuntamento e di imbarco per la Sicilia per tutta la carovana.
All'imbarco la compagnia Caronte, che fa la spola sullo stretto, offre il passaggio a tutta la carovana.
Nel pomeriggio incontriamo Francesca di Libera terra che ci parla della sua esperienza.
I ragazzi percorrono tutti insieme i 45 km che mancano al traguardo di tappa: Milazzo, scortati per tutto il percorso da Emanuele con Beppe e da Luciano. La stanchezza fisica ormai è evidente.
A Milazzo siamo accolti dal Responsabile di Libera Milazzo-Barcellona, Nunzio De Luca, da Santo Laganà, presidente dell’Associazione Rita Atria e dalla sua fondatrice, Nadia Furnari, che ci offrono la cena in un delizioso locale dove ci si occupa del reinserimento lavorativo giovanile. Durante la cena assistiamo ad un breve filmato dedicato alla vicenda della giovane Rita Atria. Anche qui non potevamo ricevere accoglienza migliore.
L'addetto stampa
Matilde Comensoli







lunedì 16 luglio 2012

10^ Tappa SCALEA - VIBO VALENTIA

(raccontata da Mauro)

Ormai ci siamo quasi. Mancano poco più di 500 km e arriveremo a Palermo!
Oggi la tappa è stata molto piacevole, arricchita dal fatto che durante la pausa pranzo, abbiamo fatto finalmente il bagno in mare, una ventina di chilometri da Lamezia Terme.

Questa mattina Mario è partito con la sua handbike alla volta di Diamante, piccolo paesino sulla costa tirrenica distante circa 35 km da Scalea. All’altezza del km 300 della SS18 Giordano raccoglieva il testimone e partiva alla volta di San Lucido. Al km 333 Mauro, parcheggiato sulla sua handbike, all’ombra, attendeva Giordano per dargli il cambio.
E via, di nuovo in marcia, percorrendo i 36 km che dividono il paese di Longobardi da Lamezia Terme, dove la carovana di “ A ruota libera” aveva preparato tutto l’occorrente per la pausa pranzo.

Mauro, con Emanuele, Beppe e Luciano, manteneva una media di 28 km orari.
Ore 16.00: Mirco in partenza. Ultimo tratto di strada per arrivare a Vibo Valentia, peccato che fosse tutto in salita, sotto un sole caldissimo.

In serata siamo stati tutti ospiti del presidio di Libera di Vibo Valentia, dove il suo responsabile, Don Peppino,ci ha offerto una cena a base di prodotti tipici della Calabria.
Infine è stato proiettato il film “Uomini soli”, una ricostruzione della storia e dei momenti più importanti della lotta alla mafia, compresi naturalmente i racconti di chi aveva conosciuto e collaborato con Borsellino e Falcone.

Domani si traghetta verso la Sicilia. Tappa di circa 145 km Vibo Valentia Milazzo.

Nona Tappa EBOLI SCALEA

La tappa di oggi, di 208 km, si presenta davvero impegnativa.

Ore 8.00: Emanuele e Beppe a bordo del tandem aprono le danze percorrendo il tratto da Eboli a Casal Velino (circa 70 km). Da li si aggiunge Mario che, insieme a Luciano, affronta la parte di tappa più impegnativa: un tratto di salita con un dislivello di 600 metri in 10 km!!! E con pendenze che per alcuni tratti superano il 25% !!!

(Mario, eroe della giornata, racconterà poi che, davanti all’ennesima salita ha pensato di essere su “Scherzi a Parte”!)

Mentre gli atleti si danno incessantemente il cambio, la carovana si “accampa” nei pressi della spiaggia vicina al porto di Sapri, per allestire, come ogni giorno, la cucina, appunto, da campo. Dopo che praticamente tutti, a turni, consumano il “rancio” e si riposano un poco (ci scappa anche un bagno veloce) si imbarcano tutte le vettovaglie e ci si accinge a ripartire. I mezzi in questione sono tre: il furgone guidato da Franco e i camper di Mino e di Valerio. Il terreno dove Mino aveva parcheggiato il proprio camper si rivela friabile e inconsistente. Dopo un furioso girar di gomme e … di altro, il mezzo si “inabissa” nella rena fino ad avere gli pneumatici completamente nascosti nella buca. I tentativi fatti sono innumerevoli e di vario genere, ma alla fine il camper di Valerio riesce nell’impresa di traino, aiutato da tutte le gentili signore presenti, anzi dal loro … dolce peso. L‘unione fa davvero la forza !

Ma torniamo alla staffetta.

Mario passa il testimone a Mirco che, dopo essere incappato nella foratura alla ruota posteriore sinistra, arriva a Sapri e, con Mauro e Giordano, sotto il sole cocente della Lucania, mettendocela tutta giungono a Scalea, concludendo così anche la tappa numero 9.

Scalea ci riserva una grande e calorosa accoglienza. Siamo inseriti nello spettacolo offerto dal Comune per i festeggiamenti del Patrono ed il Sindaco ci dedica parole veramente sentite e partecipi. Grazie Scalea.

La foto che segue rappresenta un parte delle salite che gli atleti hanno affrontato in questa tappa.

                                                                                   L’addetto stampa
                                                                                   Matilde Comensoli


Ottava tappa: SESSA AURUNCA - EBOLI

Siamo sempre sulle terre di Don Peppe

La carovana parte al mattino salutata festosamente da tutti gli abitanti dela casale con in testa il cagnolino Pasquale, non senza aver prima percorso i mitici “cento passi” riprodotti in memoria di Impastato e di altre vittime di mafia. Tutti (noi con i nostri atleti, i ragazzi della cooperativa e quelli di Estate) percorriamo quel tratto nominando ad alta voce le vittime citate sui lati, tra rose e ligustri. Fra le hand bike di Mauro e Giordano, anche il cane Pasquale avanza compunto e solenne, quasi comprenda la valenza di quella passeggiata.

Mirco percorre i primi 30 Km.

La prima fermata è, sempre sulle Terre di Don Peppe, presso il Caseificio, altro bene confiscato, dove riceviamo un prelibato spuntino a base di mozzarella di bufala, pomodori e marmellata di pesche e incontriamo altri ragazzi di Estate Liberi provenienti dalla Toscana e dalla Liguria, nonché Antonio D’Amore, Responsabile di Libera Napoli. Conosciamo anche due ragazzi provenienti dal penale, che lavorano presso la cooperativa, accolti tramite un progetto di inserimento lavorativo.

D’Amore ci fa una proposta davvero allettante: attraversare con gli atleti il quartiere di Scampìa. Come non esserne elettrizzati? Mirco, Mauro e Giordano accettano con entusiasmo. Ed ecco la carovana di A ruota ibera che attraversa Scampìa con gli striscioni di Libera al vento in uno strano silenzio, pesante però più di qualsiasi suono o parola.

Dopo un momento così impegnativo si va tutti a mangiare una bella pizza napoletana!

Si visita poi un altro bene confiscato: un pescheto di 33 ettari che, in attesa di essere assegnato, è tornato illegalmente nelle mani della camorra.

Alle 17.30 si riparte per Salerno, questa volta tutti a bordo dei furgoni. Arrivati a Battipaglia, alle 19.30, gli atleti si rimettono in strada per gli ultimi 10 km. All’arrivo nella piazza centrale di Eboli troviamo gran parte degli abitanti a passeggio. I bambini incuriositi dalle strane biciclette fanno il giro della piazza a bordo delle handbike guidate dagli atleti, facendo mille domande. Per la notte siamo ospiti dell'associazione Roberto Cuomo, alla quale vanno i nostri più sentiti ringraziamenti. Un grazie particolare anche ai Vigili urbani che ci hanno supportato con gentilezza e solerzia.

A domani per la tappa di Vibo Valenzia.


                                                                                                L’addetto stampa
                                                                                                Matilde Comensoli





sabato 14 luglio 2012

Settima tappa: POMEZIA - SESSA AURUNCA

Una delle tappe più lunghe.

Parte Mario che copre i primi 40 km della tappa affrontando il tratto iniziale in salita. Si avvicendano Mauro e Giordano per i successivi 80 km abbastanza pianeggianti. E’ la volta di Mirco che riesce a concludere la sua tratta dopo aver sistemato i problemi al cambio (fatto che lo ha costretto a utilizzare il rapporto più duro), la rottura di un pedale (la potenza è nulla senza il controllo), ed altro…

Alle 16.30 atleti e mezzi varcano la soglia della Cooperativa Sociale ONLUS “Al di la dei Sogni”, una delle tante sorte sulle Terre di Don Peppe (Peppe Diana, ndr, vittima di mafia 1994) terre confiscate alla mafia che, in mancanza di assegnazione delle stesse da parte dei relativi Comuni, la camorra organizzata si ripiglia illegalmente, gestendole e facendole fruttare.

L’obiettivo di Simmaco Perillo, responsabile di Al di là dei Sogni, è stato per anni proprio quello di presidiare e difendere “fisicamente” le terre confiscate in questa zona, in modo che non potessero ritornare nelle mani sbagliate. Bella persona, Simmaco, da giullare di strada creatore di palloncini a strenuo difensore dei deboli e della sua terra. L’emblema di ciò che questo ragazzo ha saputo costruire, al di là dell’azienda agricola (coltivazione delle melanzane) è senza dubbio Erasmo. La Cooperativa lo ha accolto dopo che aveva passato anni in manicomio bollato come “individuo socialmente pericoloso”. Sordomuto e incattivito, non è stato assolutamente facile entrare in relazione con lui. Ma per un figlio di contadini, ritrovarsi nuovamente in un contesto di vita simile a quella della giovinezza, attorniato da persone affettuose, ha operato il miracolo: oggi Erasmo, oltre che un riferimento, è a pieno titolo uno dei 16 soci della Cooperativa e ne è fiero, così come ha accolto con fierezza ed estrema felicità una divisa da biker che gli abbiamo donato. Ben il 60% dei soci è portatore di handicap.

Anche questa Cooperativa aderisce al progetto “Estate Liberi” che vede ragazzi provenienti da tutta Italia, che trascorrono le loro “vacanze” (versando inoltre una quota di partecipazione) presso questi campi di lavoro volontario e formazione.

Siamo capitati giusto in tempo per assistere alla riunione di verifica, durante la quale ci siamo scambiati le nostre esperienze, alla presenza, oltre che di Simmaco, anche di Valerio Taglione, responsabile di Libera Caserta e di Antonio Esposito, responsabile del Festival nazionale Vittime Civili.

Il calore, la partecipazione e la gioia che abbiamo trovato fra questi ragazzi ci hanno riempito il cuore e ci hanno sicuramente rafforzato nel nostro proposito di portare a termine il nostro progetto.
 
                                                                                                L’addetto stampa
                                                                                                Matilde Comensoli

Mirco e i suoi problemi

Arrivo a Sessa accolti dalla mascotte Pasquale 

Arrivo di tappa 

Al di là dei sogni


giovedì 12 luglio 2012

Quinta e sesta tappa: Abbadia S.Salvatore - Formello - Pomezia

Quinta tappa: ABBADIA SAN SALVATORE - FORMELLO 160 Km


Partenza alle 7.30 direzione Viterbo.

Giordano inizia la 5^ tappa sfrecciando sulla discesa che da Abbadia San Salvatore porta in direzione di Viterbo, e "planando" come un aliante ai piedi del paesino di Acquapendente, consegna il testimone a Mauro. Da li Mauro inizia a percorrere il suo tratto di tappa attraversando le colline e arrivando a Bolsena. E' la volta di Mario che, con la solita grinta, affronta la lunghissima salita che porta a Montefiascone. Infine Mirko il quale, partito dalla discesa di Montafiascone, affronta il centro trafficato di Viterbo per poi raggiungere il luogo designato per il pranzo.

Appena arrivati, mentre avvengono le routinarie operazioni di parcheggio dei mezzi (auto, camper e furgoni) in un momento di confusione due furgoni vengono in collisione e ad avere la peggio è il veicolo di Marco, che perde il cristallo posteriore.

Ecco che si mobilita la squadra di assistenza rapida che assiste la staffetta. Nel giro di 4 ore circa si trova un demolitore, viene reperito l’intero portellone (anche se di colore diverso) ed, in men che non si dica, "A ruota Libera" può riprendere la marcia e raggiungere così Formello.

In serata, ospiti della pro-loco, abbiamo cenato e festeggiato con i Formellesi ed il loro Sindaco, Sergio Celestini, che ringraziamo per la simpatia ed il sostegno.

Domani tappa che partirà da Formello e con l'arrivo situato a Pomezia, attraversando ROMA.



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Sesta tappa: FORMELLO - POMEZIA 62 KM


Finalmente una tappa corta che ci fa avvicinare al mare.

Al mattino Mauro, Mario, Giordano e Mirko partono da Formello in direzione di Roma. Sono accompagnati da Luciano, ciclista della Polisportiva normodotato, e da Pino, un ciclista di Roma che si è offerto di accompagnarci fino alla sede del CIP (Comitato Italiano Paralimpico) di Roma, dove ci riceve il presidente Luca Pancalli del CIP.

Da Roma, per ovvi motivi di sicurezza degli atleti in handbike, si decide di attraversare la città a bordo dei veicoli fino a Ostia, dove si pranza e e ci si gode anche una rilassante pennichella.

Ore 16.00: gli atleti ripartono di nuovo tutti e 4 insieme e si concedono un gelato sul lungo mare. Dopo la pausa percorrono qualche chilometro e si portano all'arrivo della tappa.

L'arrivo è davvero commovente: gli atleti allineati tagliano il traguardo tenendosi per mano, attraversando la piazza centrale di Pomezia, accolti trionfalmente dalla cittadinanza e dalle autorità. Le campane che stanno suonando per festeggiare San Benedetto, patrono del paese, pare suonino per noi (e per noi è così…) ... un'emozione indescrivibile....

Grazie Pomezia !!!

Conosciamo e salutiamo le autorità che ci hanno riservato una splendida accoglienza: i Sindaci di Pomezia, Enrico De Fusco, e di Ardea, Fulvio Bardi, il Presidente del Consiglio Paolo Ruffini, che ha contribuito cospicuamente alla riuscita della manifestazione e la Vice presidente di Buongiorno Legalità, Maricetta Turrito. Dopo un’abbondante cena veniamo ospitati per la notte nel Campus universitario, dove la nostra impareggiabile Pierina, aiutata da Camilla, allestisce una mega lavanderia grazie alla quale le divise degli atleti riacquistano la loro dignità…

Appuntamento a domani, tappa Pomezia-Sessa Aurunca 170 km.


                                                                                                 L’addetto stampa
                                                                                                Matilde Comensoli



martedì 10 luglio 2012

Terza e Quarta giornata 8/9 luglio: S.GIOVANNI PERSICETO- SCANDICCI - ABBADIA S.SALVATORE

8 luglio

Giornata molto dura. La palestra, pur essendo molto bella si è rilevata estremamente calda. Non avendo quindi la possibilità di riposare all’interno, qualcuno si è sistemato con una brandina nello spazio antistante, sotto gli alberi, e altri nello spazio posteriore accanto ad una piscina che si credeva annessa al centro. Eravamo convinti che la nostra “impresa” fosse stata sufficientemente pubblicizzata, per cui ci siamo addormentati, per la verità molto tardi, col sonno dei giusti. A causa di una carenza di comunicazione, allo scoccare della mezzanotte, è suonato un allarme, che dopo poco si è ripetuto. Svegliati tutti di soprassalto, siamo comunque riusciti a riaddormentarci dopo un po’ di tempo per essere risvegliati brutalmente dopo più di un’ora da alcuni vigilantes poco educati: pile puntate negli occhi ed interrogatori all’americana. Dopo un certo lasso di tempo sono arrivati pure i carabinieri … Il tutto è terminato alle 4 e ½ del mattino. Anche se si può parlare di un episodio tutto sommato divertente, non ha certo influito positivamente sul buon esito della giornata successiva!

Le tappe si sono svolte in un clima, oltre che pesante per l’afa, anche molto teso. Il pranzo consumato sotto le verande dei camper sembrava aver rasserenato gli animi, ma, giunta la sera, il metaforico tappo della bottiglia, troppo sbattuta, è improvvisamente saltato. Sembrava addirittura che l’avventura fosse destinata a finire lì, appena cominciata.

Stanchezza eccessiva? Caldo eccessivo? Troppa tensione? Mancanza di riposo adeguato?

Tutto questo sì, sicuramente, ma non solo.

L’enormità del lavoro che precede un evento del genere è veramente impressionante, soprattutto per gli organizzatori, così come è oneroso il carico di tensione ed ansia che lo precede.

Ma ciò non rappresenta la parte più difficile.

Il difficile viene con la quotidianità della convivenza fra persone accomunate, sì, da un ideale e da un obiettivo, ma diversissime tra loro per età, abitudini, mentalità e quant’altro.

E’ risaputo che la stretta convivenza fra due persone, mettendo a nudo le piccole pecche e meschinità proprie di ogni individuo, ne altera seriamente il rapporto; Figuriamoci tra 25 soggetti !!

E così, in un momento di particolare stress, basta un’inezia per provocare la guerra civile.

Tutto questo però è necessario, anzi, indispensabile; Se davvero si vuole andare fino in fondo la catarsi è necessaria.

L’esplosione dei contrasti ci costringe non solo a guardare il nostro prossimo (e in queste occasioni è davvero molto PROSSIMO…) ma a guardare dentro noi stessi con onestà e sincerità, valutando la portata delle nostre parole e delle nostre azioni.

Dopo una tempesta il sole appare più caldo, l’aria più limpida e la natura più rigogliosa. Dopo un chiarimento collettivo, anche duro, i rapporti ne escono più autentici, si è più solidali e disponibili e si condivide appieno lo spirito di gruppo.

Adesso SAPPIAMO che arriveremo a Palermo, al di là di qualsiasi problema e quando la missione sarà terminata torneremo a casa oltre che con la soddisfazione di aver portato a termine qualcosa di bello e di grande, con un prezioso bagaglio di esperienze personali e di rapporti umani, ed avremo costruito un granitico sodalizio.

9 luglio


Trascorsa la notte disseminati sulle brande in un cortile (speriamo tutti che sia stata questa la peggiore di tutto il viaggio) si parte per la destinazione finale di Abbadia S.Salvatore. Sì, oggi davvero il sole è più caldo (anzi forse lo è fin troppo!) ma gli animi appaiono ben disposti.

Veniamo ora alla parte essenziale del nostro viaggio, quella sportiva.

Ecco il resoconto della 4^ tappa fatto da Mauro. Scandicci Abbadia San Salvatore 153 km.

Da Scandicci, attraversando parte della periferia di Firenze ,Mauro copre la distanza di 28 km. Il testimone passa a Giordano che, tra i falsopiani che portano verso Siena, percorre 25 km. E' la volta di Mario che affronta la salita più impegnativa (con tratti fino al 15% di pendenza!!!) raggiungendo Siena e dando il via a Mirko che, sempre scortato dai ciclisti locali, arriva alle porte di Monteroni D'Arbia.

Abbondante pranzo a Monteroni d’Arbia con il Sindaco Iacopo Armanini nell’Agriturismo Suvignano, un casale del 1936, bene confiscato alla mafia nel ‘94. Solo nel 2007 è stata fatta la prima assegnazione di tutela giudiziaria.

Tappa pomeridiana: Mauro e Giordano , appesantiti dal pranzo sostanzioso ma soprattutto inebriati dal vino di "Libera Terra" "Placido Rizzotto”, riprendono il testimone e sotto il sole cocente (fino a 40° C) si avviano in direzione di Abbadia San Salvatore. Percorsi 33 km attraverso le colline del Brunello di Montalcino arrivano a raggiungere i 70 km orari!!! Infine Mario e Mirko completano la tappa affrontando l'ultimo tratto quasi tutto in salita, con pendenze dell’8/9%. All'arrivo una buona parte della gente del paese ci ha riservato un'accoglienza calorosa e ci ha fatto dimenticare le fatiche della giornata.

Un sentito grazie al Sindaco Lorenzo Avanzati e della popolazione, che, anche se decimata a causa della concomitanza del funerale di un giovane del posto, è stata estremamente solidale e partecipe. Ricca cena offerta presso una struttura alberghiera molto ben gestita da un prete 87enne, Don Francesco, dove ci accingiamo a passare anche la notte.

Veramente una bellissima giornata, conclusa nel migliore dei modi. Arrivederci alla tappa successiva: Abbadia San Salvatore-Formello 160 Km.

  
                                                                                                 L’addetto stampa
                                                                                                Matilde Comensoli







Terza tappa: da San Giovanni Persiceto a Scandicci

Dopo la seconda tappa completamente pianeggiante (l'unica...) arriva la prova del fuoco col passaggio degli Appenini. Il caldo e l'arrivo in quota verso mezzogiorno han messo alla prova i ciclisti, ma la discesa si è rilevata il nostro punto forte! Purtroppo la serata si chiude con il previsto "abbandono" di una parte dei compagni di viaggio. Per vari impegni ci lasciano i ciclisti Davide, Giordano, Giuseppe e l'autista Vittorio. Poche parole ma un grosso e sentito ringraziamento per quanto han fatto ai pedali, ma non solo... Devono lasciare, o meglio interrompere momentaneamente, anche Alessandro, Emanuele e la guida Giuseppe che si ricongiungeranno in seguito per le ultime tappe. Da domani si torna quindi sulla strada con quattro handbike.



sabato 7 luglio 2012

Seconda giornata: CASTIGLIONE - S.GIOVANNI IN PERSICETO

La seconda giornata ci vede partire da Castiglione confortati da una buona dose di brasato gentilmente offerto dai nostri anfitrioni. La giornata è splendida e, dopo il temporale notturno, l’aria è fresca e piacevole. I nostri atleti possono così pedalare con un clima benigno. Partono Mauro e Alessandro in handbike accompagnati da Emanuele in tandem con il suo accompagnatore. Emanuele farà tutte le tappe della giornata. Dopo 20 km Giordano prende il posto di Alessandro, mentre Mauro continua. Nei 20 km seguenti Mirco prende il posto di Mauro e si aggrega a Giordano.
Giunti a Concordia, accolti da Luciano della UISP, ci riposiamo e imbandiamo un banchetto all’ombra degli alberi del parco.
Dopo la gradita pausa si riparte. La temperatura è purtroppo aumentata, così come l’umidità. Fra case distrutte o semidistrutte e case all’apparenza miracolosamente intatte, seguiamo i nostri atleti Mario ed ancora Mirco, sempre accompagnati da Emanuele e Giuseppe.
Gli ultimi 35 km sono percorsi da tutti i ragazzi. Prima di giungere alla meta finale, c’è la prevista sosta nel campo dei terremotati di Bomporto, gestito dalla CISOM Ordine di Malta Italia. Non è stato possibile consegnare i giocattoli direttamente ai bambini, in quanto sono in uscita con un gruppo scout. Li consegniamo quindi al capo del campo, alla presenza dell’assessore allo sport. Dopo un piccolo rinfresco Roberta Bussolari, referente di Libera Emilia Romagna, ci accompagna a S.Giovanni Persiceto.
Qui prendiamo possesso della palestra del centro sportivo dove passeremo tutti la notte. Quanto riusciremo a riposare … ve lo racconterò domani. Nel frattempo, come ogni sera, i nostri atleti vengono rimessi in sesto da un fisioterapista dell’AISM. Questa sera si tratta di Luca Stagno. Come li invidio !!!

L’addetto stampa
Matilde Comensoli


Errata corrige: AIMS invece di AISM. Ci si scusa